domenica 1 gennaio 2017

RICOMINCIAMO? YA, L'AVVENTURA MI ASPETTA!

Troppo tempo è passato dall'ultima volta... dall'ultimo post.
Quanta vita in mezzo? Tanta, ed io?
Io sono ancora qui, coi capelli più lunghi, rosa e argento (o quello che diventa il lavanda quando sbiadisce), ancora nella stessa casa con la mia famiglia pelosa, tanti progetti e nuove battaglie all'alba di questo 2017.
Già... perché in quell'anno che fu il 2014, quando scrissi l'ultimo post, avevo i capelli rasati a zero, prospettive d'amore, in qualche modo, lavorative e di trasferimento... ILLUSA.
Ci sono battaglie che credi di vincere da subito, ma solo quando ci sei dentro ti rendi conto che possono durare giorni, settimane, anni... sembrare eterne, e la stanchezza si fa sempre più presente.

Solo chi ha passato la PAZIENZA, poi la RESISTENZA, e poi la RESILIENZA, sa cosa significa combattere, lottare, rinunciare per così tanto tempo, e affermare di essere STANCHI.
Ho perso molto, imparato tanto (come usare luoghi comuni), ma non mi sento più forte. Mi sento esausta, e mi sento una donna che ha capito che il suo lato oscuro c'è, è presente, ed indispensabile.
Posso dire che ora tifo per Darth Vader, anche se nell'intimo vorrei essere circondata da tanti Captain America.

Oggi è il primo giorno del 2017, e ieri dopo aver concluso che ho lottato abbastanza, ho deciso una data. Una data per la mia fuga, anche ispirata da questo libro, Amélie Nothomb - Né di Eva né di Adamo, prestato da un'amica che nel 2016 si è rivelata la più grande sorpresa, inaspettata ma sperata.

Il pezzo che ho amato di questo libro recita:

E non mi sentirò in colpa nell'attuare la mia fuga, perché ne va della mia stessa vita. Ma mi sentirò libera, inebriata da quell'ardore e quella passione, e quell'euforia che solo la fuga dona al corpo ed alla mente... e non vedo l'ora! Ho deciso una data di scadenza, entro la quale se tutto ciò che ho fatto per migliorare la mia vita, tutti i sacrifici, le rinunce, le amarezze e le piccole cose, nel bene e nel male, saranno state vane, me ne andrò ugualmente, e se mi verrà impedito... un amico mi verrà a prendere, con la forza.

Perché il caso non esiste, al destino non ci credo, e forse nemmeno che ci sia un tempo per tutte le cose. Sono oramai convinta che ognuno segua un suo cammino, certo o incerto che sia, tracciato solo e unicamente dalle proprie scelte, dai propri pensieri e dalle proprie parole.

Azione, movimento, cambiamento... Tutto ciò che desidero è qui, in queste parole.

Chi mi conosce abbastanza bene e da abbastanza tempo non ha fatto altro che ripetermi come ho fatto a resistere in questi nove anni. Io rispondo che "non.lo.so.", forse ho sperato che qualcosa si muovesse da sé, forse ho creduto di potermi integrare in un ambiente fatto di luoghi, persone, momenti, anche se non mi ci sentivo affine. La verità è che non ci sono riuscita, e questo luogo forse non mi vuole, o presuntuosamente non mi merita affatto!
Perciò ho stabilito di aver imparato ciò che mi serve da questa battaglia, e posso abbandonarla con dignità.

Ma è giusto capire il perché abbandono.

Nove anni fa sono venuta a vivere qui, in un paesino del Veneto, convinta di costruire una famiglia con un ragazzo di cui credevo di essere innamorata, di trovare la mia strada come grafica, perché lui lo era e mi avrebbe sostenuta ed aiutata. No no! Che l'amore renda ciechi e stupidi è falso, siamo noi che decidiamo di non credere a ciò che realmente è davanti ai nostri occhi, e ci illudiamo, non è mica colpa dell'amore!
Comunque... detto in breve, dopo aver lasciato una mia vita ed indipendenza economica, amici che amavo, città che adoravo, dopo quasi dieci anni di fidanzamento, aver comprato casa, allevato due gatti... mi lascia.
Se ne va portandosi via un sacco a pelo (dio solo sa perché dato che tornava dai suoi -  mistero), la mia dignità, dato che mi ha pure reso cornuta, e lasciandomi un sacco di debiti.
Vivo ancora in quella casa, che nonostante tutti i cambiamenti pian piano apportati non mi ama granché, ed è reciproco.

E gli amici? Farsi degli amici in Veneto, a Camposampiero, è stata la cosa più empaticamente difficile da realizzare. Mancano di abbracci, di slanci affettivi, di voglia di fare, di hobby, stanno alla larga da ogni tipo di confidenza, e come si costruisce un'amicizia così? Ci ho provato, con qualcuno ci sono riuscita... ma è stato così faticoso, che adesso non mi importa più. E di parlare di quanto è figo Chris Hemsworth sai quanto me ne frega!

E il lavoro. Si lavora per sopravvivere. Ma desidero fare un lavoro che mi piaccia e non che mi alieni fino a che non timbro il cartellino!

Quindi la prerogativa di questi pochi mesi a venire è: prepararsi alla fuga!
Che prenderò come una nuova avventura, perché voglio con tutte le mie forze respirare l'aria buona del cambiamento, ed è la ragione perché scrivo nuovamente su questo blog, perché non mi importa se qualcuno legge ciò che scrivo, non mi interessa se avrò dei like oppure no, mi frega solo di rendere più concrete possibile le mie intenzioni, con parole, fatti, azioni, e questo blog ora avrà questo scopo: registrare le tappe, ricordarmi da dove vengo, e dove voglio andare.
YA! (nuovo incitamento dato da una nuova lettura!).

Giusto per capirci... ho già smontato il letto, sono rimasti la rete ed il materasso, ma dormire ora è un'altra cosa!

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